Cari lettori del nostro sito, navigando di qua e di là alla ricerca di notizie delle squadre che giocano contro quelle della mia società, mi sono imbattuto in un articolo/commento riguardante la partita di Serie D Maschile del 16 Febbraio a Portocannone, tra la nostra squadra maschile e quella dell’Asd Aurora Volley Ururi.
I precedenti purtroppo, non sono dei migliori. Perché più di una volta, ci siamo ritrovati a parlare, di fatti che vorrei definire come “extra pallavolistici”. Non voglio farvi preoccupare, ne dire che chissà cosa succede quando queste squadre si confrontano nel campo o fuori dal campo, ma ci sono atteggiamenti che per la mia visione della pallavolo e quella che vogliamo trasmettere ai ragazzi e alle ragazze, non dovrebbero esserci.
Vi riporto, quelle che sono le parole dell’allenatore della squadra dell’Ururi, il trafiletto dell’articolo che parla della partita in questione, e poi vi scriverò cosa ne penso io.
“Unica nota stonata l’ennesimo commento negativo fatto dai dirigenti del Venafro all’incontro con la nostra squadra. Non volevo commentare, lasciando l’episodio circoscritto alle colonne del loro sito, poi ho riletto la stessa frase su un quotidiano molisano e la cosa mi ha infastidito. La verità non può essere di quelli che conoscono il cronista di turno che commenta senza neanche aver visto, che comprono giornali e TV come ci hanno abituati certi nostri politici. Guardate la foto della nostra squadra, immaginatela con pistole e fucili spianate, coltello tra i denti e magliette sporche di sangue è l’immagine che alcuni (penso una minoranza, considerando i saluti a fine partita di tecnico e molti giocatori), hanno di noi. Ci dicono che il fair- play non abita nelle nostre parti, accusano nostri atleti di “comportamento indecorosi, urla in faccia ad ogni scambio, ecc.” Chi non ha assistito alla partita potrebbe farsi il concetto di una imboscata tenuta ai ragazzi del Venafro. Così non è stato, o meglio, così non è stato per me, non possedendo il concetto di verità assoluta. L’unico giocatore nostro che grida sotto rete è quello più buono, pronto, a fine partita, ad offrire e mangiare una pizza assieme all’avversario di turno. Lo fa nelle partite ufficiali, nelle amichevoli e tra di noi in palestra. Non è questione di fair-play, è agonismo circoscritto al gioco. Dopo la partita per lui, tutte le persone che si dedicano alla pallavolo sono brave persone. Il contrario di quello che è successo a Venafro dove un loro giocatore aggredisce verbalmente a fine partita apostrofandola in modo a dir poco maleducato. Analizzando la partita sotto l’aspetto tecnico (altro abbaglio preso dal dirigente), qui ho la presunzione di avere qualche certezza, segnalo che l’unica ammonizione è stata per proteste e non per l’esuberanza eccessiva. Riguardo alla partita a doppia faccia voglio ricordare i set point sprecati dalla nostra squadra nel primo set, il turn-over dei giocatori che ne contraddistingue lo spirito; da noi tutti i tesserati inseriti a referto giocano, tranne qualche caso di auto-esclusione. Comunque tirando conclusioni e facendo gli auguri al Venafro ricordo che quando si perde non sempre è colpa della palestra, dell’arbitro, del pubblico, degli assenti e delle urla.
Per prima cosa, ci tengo a precisare che l’articolo noi non l’avevamo mandato agli organi di stampa per dare risalto agli avvenimenti.
Capita che alcuni giornalisti attingono dalle colonne del nostro sito, le notizie riguardanti i vari campionati. In questo caso nessuno glielo ha chiesto o segnalato.
Nessuno del Venafro Volley, ha parlato di imboscata, o di squadra con pinne, fucili ed occhiali. Nessuno ha scritto che siamo stati accolti in malo modo ne che siamo usciti dalla palestra scortarti perché minacciati dalla squadra di casa. Niente di tutto questo.
Nell’articolo scritto da Mario (il dirigente in questione), si legge chiaramente che in alcuni casi, io avrei detto tanti, i giocatori della squadra di mister Croce hanno esultato più volte in faccia ai nostri giocatori. Cosa che viene anche ammessa nell’articolo proprio dallo stesso scrivente.
A dire il vero ce ne sono diversi. Forse il mister non li ha notati perché da allenatore guarda più alle fasi tecniche della partita, e credo che, viste le giustificazioni in merito, sia abituato a queste cose. Magari lui le trova normali, noi no. Ogni qual volta che un nostro atleta ha fatto una cosa simile è stato sempre richiamato per il suo comportamento dal direttore di gara, e noi di certo non gli diciamo di continuare giustificandolo perchè è in piena fase agonistica.
Andando ai fatti, mi riferisco in modo particolare, al giocatore con la maglia numero 1 e la maglia numero 10.
Fermo restando che queste persone io non le conosco, e che fuori dal campo possono anche essere persone eccezionali quali spero, non esistono e non devono esistere gesti come gridare in faccia a un giocatore avversario in un caso (vedi comportamento del giocatore con la maglia n10) e dare del “Cillone”, parola a noi sconosciuta che non ci fa credere in un complimento, a un avversario (vedi comportamento del giocatore con la maglia numero 1).
Non credo che qualcuno manchi di rispetto all’Ururi nelle occasioni in cui ci si confronta. Sia all’inizio che alla fine della partita ad esempio personalmente ho scambiato diverse battute scherzose con il centrale Antonio Di Ninno, persona molto simpatica e disponibile. Con lui per esempio si ride e si scherza sempre ogni volta che ci si incontra. Ho salutato tutti gli atleti che mi hanno riconosciuto seduto sulla tribunetta. E così anche Mario.
Sempre personalmente, alla fine della partita, ho salutato e stretto la mano a tutti i presenti in palestra, anche al mister.
Per quanto mi riguarda, questo dovrebbe essere il rapporto tra persone che condividono la nostra passione.
In un campo di pallavolo regna senza discussione il fair-play tra le squadre giocanti, l’arbitro e il pubblico. L’agonismo ci deve stare, io amo l’agonismo, da senso agli sforzi che si fanno in palestra, ma quando poi questo agonismo deve mancare di rispetto agli avversari no. Non lo condivido.
Per quanto riguarda l’ammonizione al capitano dell’Ururi, gli è stata inflitta per l’ennesima protesta sotto il seggiolone dell’arbitro.
Per quanto ne so, le decisioni degli arbitri vanno accettate e non riprese puntualmente, punto dopo punto. A un certo momento il continuo lamentarsi delle decisioni arbitrali è risultato molto antipatico. Va bene chiedere i chiarimenti, ma non protestare o chiamare un tocco a muro ogni volta che la palla vola fuori dal campo o perchè si è vista un’invasione. Gli arbitri vanno aiutati e non ripresi ogni volta.
Poi, visto che Mister Croce difende con il coltello tra i denti i suoi giocatori, io mi difendo i miei. E’ facile dire che fuori dal campo i giocatori sono brave persone e che sono i primi ad offrire magari un pezzo di pizza. Questo, nessuno lo mette in dubbio. Ma questo lo posso affermare anche io per tutti i miei ragazzi.
Leggere che a Venafro qualcuno dei miei ha offeso chi era presente alla partita di ritorno l’anno scorso, mi da fastidio.
Voglio ricordare allora, che l’anno scorso in occasione della doppia trasferta ad Ururi per entrambe le nostre squadre, i tifosi locali ci hanno detto cose di ogni tipo. Ricordo che al secondo set di quella partita, un giocatore dell’Ururi (maglia numero1) veniva a dirmi che ci saremmo dovuti spostare dal “palchetto” e seguire dall’altra parte del campo le nostre ragazze, perchè altrimenti i tifosi locali le avrebbero continuate ad offendere. Cosa poi frenata subito dal secondo arbitro che al secondo punto del set si avvicinava alla tifoseria per richiamarla. Nelle gare successive a Venafro nessuno si è permesso di offendere nessuno.
Voglio poi ricordare, che durante la partita della maschile, un tifoso è entrato nel campo “per dire qualcosa” a uno dei nostri ragazzi. Non sto inventando nulla, su queste cose potete leggere l’articolo scritto da noi dove c’è un commento proprio di Mister Croce (per leggere l’articolo clicca qui).
Sempre per i ricordi, il primo arbitro della partita della maschile, era una parente di una delle ragazze della squadra femminile di Ururi. Partita che a mio avviso, fu condotta in modo molto sbilanciato. Cosa che poi ha fatto muovere anche i designatori che per tutta la stagione passata non ci hanno più mandato la signora ad arbitrare.
Questa signora poi la ritrovammo a tifare per la squadra maschile dell’Ururi nella trasferta a Venafro. E’ presente nelle foto ricordo di quella giornata.
Guardando tutte queste cose, chi è che non pensa a un “qualcosa” che non va? Ma vabè pazienza…
Leggendo le conclusioni, vedo ancora una volta nominata la palestra. L’unica colpa del Venafro Volley, è quella di aver scritto contro la palestra di Ururi. Perchè mentre tutti ne parlavano e ne parlano male, solo noi abbiamo avuto “il coraggio” di scrivere che quella palestra non era omologabile per i campionati di Prima Divisione. Non per altro quest’anno, vista la serie in cui gioca l’Ururi, a quella palestra non è stata data l’omologazione.
Concludendo, io spero che si smetta con questa “rivalità” nata da cose che non appartengono alla nostra passione. Spero che tutte le incompresioni si possano superare magari davanti a una bella pizza tutti insieme e che finalmente si instauri tra le nostre società un rapporto amichevole come pochi. Perchè in fondo tutti vogliamo questo… Buon campionato a tutti
Carlo Nardolillo Presidente dell’Asd Venafro Volley