Siamo ancora tutti increduli di fronte alla notizia che ci è giunta sabato notte. Vigor Bovolenta, centrale storico della nazionale italiana, con la quale ha vinto di tutto, è stato stroncato da un infarto a 37 anni mentre disputava una partita di serie B2.
Lascia moglie e 4 figli, ma soprattutto lascia un gran dolore nel movimento pallavolistico italiano e mondiale.
Il Venafro Volley si stringe intorno questo ragazzo dal grande cuore, che questa volta però l’ha tradito.
Ciao Vigor.
Di seguito, l’articolo di repubblica.it
TRAGEDIA NELLA PALLAVOLO
Muore a 37 anni Bovolenta
ex centrale della nazionale
E’ riuscito solo a dire: “Aiutatemi che cado”. Si è accasciato a terra a Macerata, nel corso del match di B2 tra la sua Forlì e la Lube. Inutile ogni tentativo di rianimarlo. Ragazzino, aveva esordito con la nazionale di Velasco nel 1995. Con la spedizione azzurra anche a Pechino 2008
Vigor Bovolenta
Vigor Bovolenta, 37enne ex centrale della nazionale di pallavolo, è morto nel corso di una partita del campionato di B2. Il giocatore si è sentito male sul campo a Macerata, dove era impegnato nel match tra la sua Forlì e la Lube. Durante il terzo set Bovolenta, che era in battuta, ha gettato la palla e ha chiesto aiuto prima di accasciarsi al suolo svenuto. Non ha mai più ripreso conoscenza. Inutili i tentativi di massaggio cardiaco in campo, così come il trasferimento all’ospedale di Macerata.
Ingaggiato nel 1990 dal Ravenna, aveva disputato 553 partite in serie A1 in 21 anni, fino al 2011. Nel suo curriculum due scudetti, tre Coppe dei Campioni, due Supercoppe Europee e una coppa Cev. In nazionale aveva esordito nel 1995 nel dream team di Velasco, con cui aveva ottenuto l’argento olimpico nel 1996, quattro World League, una Coppa del Mondo e due Europei. Aveva partecipato anche alle ultime olimpiadi di Pechino 2008.
Bovolenta, che avrebbe compiuto 38 anni il 30 maggio, lascia la moglie, Federica Lisi, anche lei giocatrice di volley, e quattro figli. Abitava a Ravenna.
E’ riuscito solo a dire: “Mi gira la testa, aiutatemi che cado”. Si è toccato il fianco sinistro, vicino al cuore, e si è accasciato a terra. Il giocatore, nel terzo set, si è presentato sulla linea di battuta, ha gettato la palla dall’altra parte e ha chiesto aiuto. Ma per l’ex azzurro 37enne, subito soccorso dai sanitari del 118 a bordo campo, non c’è stato nulla da fare.
Bovolenta è stato trasportato in condizioni disperate all’ ospedale di Macerata e tutti i tentativi dei medici sono stati vani. L’atleta, che avrebbe compiuto 38 anni il 30 maggio, è morto poco dopo, tra le lacrime dei compagni di squadra, dell’ allenatore Stefano Mascetti e dei giocatori e dirigenti di Macerata.
Così Bovolenta aveva spiegato la sua decisione di giocare in B2, dopo una carriera ai massimi livelli. “Nel momento in cui ho scelto Forlì – spiegava l’atleta in una lettera aperta – sapevo che non sarebbe stato semplice; la società, mostrando serietà, ha deciso, nonostante il difficile momento economico generale, di proseguire l’attività e ripartire dai giovani attraverso una più modesta B2. Ho deciso comunque di rimanere qui, lavorando alla ricostruzione di questa squadra, convinto in questo anche dalla volontà di rimanere vicino alla mia famiglia, che mi ha fino ad ora sempre seguito nelle varie città in cui ho giocato. Dopo che loro sono stati al mio fianco, credo sia arrivato il momento che io cammini al fianco loro”.
“Scegliere il progetto di Forlì – aggiungeva – significa per me rivestire anche un doppio ruolo. A quello di atleta, affianco infatti una nuova responsabilità nell’area marketing, una nuova avventura personale e professionale che mi permetterà di rimanere ancora nel volley giocato. Colgo l’occasione per mandare un saluto ed un ringraziamento a tutte le società dove ho giocato, Ravenna, Ferrara, Roma, Palermo, Modena, Piacenza, Perugia, Forlì; e a quelle squadre con cui ho avuto sfide avvincenti, sane ed esaltanti, per me e tutti i loro tifosi”.
“Ho iniziato la mia carriera – scriveva ancora Bovolenta – a 15 anni, allontanandomi da mio papà Gino, mamma Luciana e mia sorella Ambra, oggi scelgo di rimanere vicino a Federica e ai miei 4 bambini. Ringrazio tutti con un unico abbraccio per essermi stati vicini sempre, anche nei momenti meno semplici”.
Poi, una dedica al fratello scomparso: “Dedico la mia carriera, fatta di vittorie importanti ma anche di sconfitte, a mio fratello Antonio, che mi guarda da lassù”.
Un esermpio per tutti, giocatore indiscusso e vero campione nella vita. Peccato davvero 🙁